VIRUS STRATEGY
New surprising mechanisms sustain Long Covid Syndrome
LA STRATEGIA DEL VIRUS
Nuovi sorprendenti meccanismi alla base della sindrome Long Covid
E stato identificato un meccanismo di danno al DNA cellulare indotto dal virus SARS-CoV-2 che provoca invecchiamento cellulare e infiammazione cronica. Questo studio spiega alcuni effetti patologici dell’infezione, anche a lungo termine, e pone le basi per nuovi trattamenti farmacologici.
Una risposta infiammatoria esagerata all’infezione di SARS-CoV-2 è all’origine degli effetti più nocivi del COVID-19. Era noto come alcuni virus fossero in grado di indurre danno al DNA cellulare e che la mancata riparazione del danno provocasse tumori, senescenza cellulare e infiammazione cronica. Partendo da queste premesse si è mosso il team di scienziati coordinato da Fabrizio d’Adda di Fagagna all’IFOM di Milano, insieme ai virologi dell’ICGEB, guidati da Alessandro Marcello, e da Serena Zacchigna e Rossana Bussani dell’Università degli Studi di Trieste per l’analisi dei tessuti dei pazienti.
E’ stato osservato che SARS-CoV-2, una volta entrato nella cellula, ne dirotta i processi fondamentali, costringendola a smettere di produrre deossinucleotidi, i “mattoni” del DNA, per farle produrre i ribonucleotidi ovvero i “mattoni” che servono a sintetizzare l’RNA della cellula e, soprattutto, quello del virus. È proprio questa alterazione del processo cellulare operata dal virus a proprio vantaggio a consentire l’esplosiva replicazione virale all’interno della cellula infetta da SARS-CoV-2.
Inoltre, quando il virus replica nelle cellule infettate esaurisce rapidamente le risorse di precursori necessari alla sintesi degli acidi nucleici. Questo provoca un danno al DNA cellulare che deve essere riparato. Allo stesso tempo, alcune proteine del virus interferiscono con i meccanismi cellulari di riparazione, provocando invecchiamento della cellula ed infiammazione. La cosiddetta ‘tempesta citochinica’ è alla base della patologia polmonare caratteristica del COVID-19, ma anche dei sintomi neurologici che riscontriamo nel “long COVID”, che possono persistere anche a lungo in seguito all’infezione.”
Le implicazioni dello studio non si limitano alla comprensione dei meccanismi molecolari dell’infezione, ma pongono le basi di una terapia farmacologica in grado di alleviare le complicanze dell’infezione, soprattutto quelle a lungo termine.
Autore del post: Università degli studi di Trieste, Ufficio Stampa
Istituto di appartenenza: Università degli Studi di Bari
Ruolo: press office
Doi originale: https://doi.org/10.1038/s41556-023-01096-x
Articolo Divulgativo in Inglese:
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