Do we eat plastics?
Fruits, vegetables, and microplastics
Mangiamo plastica?
Frutta, verdura e microplastiche
Al giorno d’oggi si sente spesso parlare di contaminazione da microplastiche. Di cosa si tratta? Come mai hanno attirato l’attenzione della comunità scientifica?
Si tratta di particelle di plastica aventi dimensioni dell’ordine dei micrometri (equivalenti al millesimo del millimetro). Diversi studi hanno dimostrato la loro presenza nell’acqua che beviamo, oltre che nell’ambiente che ci circonda. Alcuni quesiti rilevanti riguardano l’effetto di queste microplastiche sull’ambiente e, al tempo stesso, sulla salute dell’uomo se ingerite. Ecco perché la tematica delle microplastiche è diventata un problema sia di natura ambientale che di salute pubblica.
Se però le acque e l’ambiente sono contaminati da microplastiche, è possibile che lo siano anche frutta e verdura?
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Catania ha provato a rispondere a questo quesito. Hanno selezionato alcuni tipi di frutta e verdura ampiamente usati dagli italiani, tra cui troviamo mele e pere per il gruppo frutta, e lattuga, broccoli, patate e carote per il gruppo dei vegetali. Attraverso l’impiego di una metodologia da loro brevettata, sono stati i primi nella storia della letteratura scientifica a trovare la presenza di microplastiche all’interno di campioni di frutta e verdura edibili, con una maggiore quantità nella frutta che nei vegetali.
L’ipotesi degli autori di questo studio è che ci sia un meccanismo non ancora studiato che permetta l’assorbimento di queste microplastiche all’interno dei tessuti della pianta. Inoltre, ipotizzano che la maggiore quantità di microplastiche nei frutti rispetto ai vegetali sia dovuta a due spiegazioni:
- la polpa del frutto è un tessuto altamente vascolarizzato, per cui tutto quello che assimila la pianta si concentrerà maggiormente in quest’area;
- le piante da frutto presentano radici di dimensioni maggiori ed età superiore rispetto a quelle dei vegetali (si pensi che un albero da frutto può vivere per diversi anni, mentre una carota presenta un’età di circa 65-70 giorni); questo porta ad assimilare maggiori quantità di acqua e nutrienti nel tempo, favorendo un maggiore accumulo di ogni sostanza assimilata.
Un altro punto di questo studio è la stima giornaliera da noi ingerita (Estimated Daily Intake) di queste microplastiche in adulti e bambini, basata sulle indicazioni di assunzione giornaliera dei singoli alimenti (guidelinee OMS). Hanno trovato che il valore dell’Estimated Daily Intake di microplastiche relativo agli alimenti presenti nello studio risulti essere più elevato nei bambini che negli adulti. Tale dato è spiegabile dalla differente massa corporea: seppure i bambini ingeriscano minori quantità di cibo, l’inferiore massa corporea li porta ad essere esposti ad una effettiva maggiore quantità di microplastiche.
I dati ottenuti da questo studio potrebbero essere considerati allarmanti alle luce del fatto che non conosciamo effettivamente l’effetto di queste microplastiche né il loro tempo di permanenza all’interno del nostro organismo. Ulteriori studi sono perciò necessari per determinare la tossicità di tali microplastiche per le piante e sulla salute dell’uomo.
Autore del post: Università di Catania / scritto da Rita Chiarelli per BiiT
Istituto di appartenenza: Al momento non lavoro per nessun itistuto (in cerca di lavoro/affiliazione).
Ruolo: Press Officer
Doi originale: 10.1016/j.envres.2020.109677
Link diretto alla fonte: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0013935120305703?viaihub
Articolo Divulgativo in Inglese:
Nowadays, microplastics contamination is a current subject of discussion. What are they? Why are scientists focused on them? Microplastics are plastic particles of micrometre dimensions (which is one-thousandth of millimetres). Several studies show that microplastics are present in drinking water, but also the environment. Researchers are questioning their impact on both environment and human health. For this reason, microplastics represent either environmental and public health problems. But, if microplastics contaminate the environment, is it possible that fruits and vegetables are contaminated too? A group of researchers from the University of Catania has tried to find an answer. They selected fruits (apple and pear) and vegetables (lettuce, broccoli, potatoes, and carrots) among the most eaten in Italy. Thanks to their patent methodology for the extraction of the microplastics, they were able for the first time to find them in edible fruits and vegetables, with a higher concentration in fruits. The researchers hypothesize that the plants use an unknown pathway to absorb these microplastics inside their tissues. Also, the higher concentration of microplastics in fruits than in vegetables might have two explanations:
- The higher vascularization of the pulp fruit, which bring to a more significant accumulation of nutrients and molecules absorbed by the plant;
- The higher dimensions of roots and the tree age of the plants producing fruits (if a tree providing fruits might live for years, a carrot lives for 65-70 days); they bring a vaster quantity of water, nutrients, and other molecules absorbed and, then, accumulated in the plant tissues.