CRISIS COMMUNICATION
Scientific analyses of social communication
Comunicare in tempi di crisi
Quando la scienza studia la comunicazione social
Durante la prima fase della pandemia di COVID-19, sul social network Twitter si è formata un’ampia comunità internazionale di scienziati ed esperti che ha permesso di raccogliere, scambiare e diffondere rapidamente informazioni, in un momento in cui le conoscenze sul coronavirus erano ancora scarse e incomplete. Quando però la pandemia ha iniziato a diffondersi in modo drammatico, l’attenzione si è spostata sui singoli contesti nazionali, mentre il ruolo e l’attività della comunità internazionale di esperti è diventato via via più marginale.
È il quadro che emerge da un’analisi realizzata da studiosi dell’Università di Bologna e dell’EPFL – École Polytechnique Fédérale de Lausanne (Svizzera). Lo studio ha preso in considerazione oltre 350 milioni di tweet e retweet postati da oltre 26 milioni di utenti in un periodo compreso tra gennaio e giugno del 2020.
“I risultati che abbiamo ottenuto suggeriscono che un confronto basato solo su aspetti strettamente scientifici rischia di perdere rilevanza nel momento in cui una crisi sanitaria inizia a colpire duramente la società, alimentando così dibattiti legati ai singoli contesti nazionali”, spiega Daniel Remondini, professore al Dipartimento di Fisica e Astronomia “Augusto Righi” dell’Università di Bologna, che ha coordinato lo studio. “Per questo, gli scienziati e le istituzioni sanitarie dovrebbero mantenere costante e ricalibrare la loro attività di divulgazione online, in modo da diffondere informazioni scientifiche anche all’interno delle discussioni che avvengono tra le singole comunità locali”.
Utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale e della teoria dei network, gli studiosi sono riusciti ad estrarre e catalogare in maniera automatica le informazioni contenute nei milioni di tweet analizzati, identificando così le principali comunità di utenti coinvolte nella discussione. In questo modo è stato possibile monitorare la diffusione dei contenuti online, gli scambi tra i vari gruppi di utenti e le evoluzioni di queste comunità nelle varie fasi della pandemia.
Quando le prime notizie sulla diffusione del coronavirus hanno iniziato ad emergere, Twitter è diventato rapidamente una delle fonti principali di dati e informazioni, grazie al lavoro di una “super-comunità” di esperti che ha iniziato a condividere le prime analisi e le novità che stavano emergendo. Con il suo lavoro di aggiornamento costante, questa comunità internazionale ha così raccolto inizialmente grandi attenzioni, ottenendo riconoscimenti anche da parte del mondo politico e dei media in molti contesti locali.
A partire dal marzo del 2020, quando la diffusione del coronavirus ha iniziato ad interessare direttamente e con conseguenze drammatiche quasi tutti i paesi del mondo, l’attenzione nei confronti della comunità internazionale di scienziati ed esperti in campo medico ha iniziato però a declinare in favore delle comunità e delle autorità locali.
“La ‘super-comunità’ internazionale di esperti che si era formata nelle prime fasi della pandemia ha perso centralità e influenza quando la crisi ha iniziato a interessare direttamente i contesti locali, sia perché al suo interno è diminuita l’intensità della condivisione di contenuti, sia perché a catturare l’attenzione sono state sempre di più le decisioni e le discussioni in campo politico”, conferma Remondini. “A partire da quel momento sono stati i leader politici e le élite nazionali a ricevere sempre maggiore attenzione online, fino a conquistare il ruolo che fino a quel momento era stato della comunità di medici e scienziati”.
Autore del post: Università di Bologna - ufficio stampa
Istituto di appartenenza: Al momento non lavoro per nessun itistuto (in cerca di lavoro/affiliazione).
Ruolo: Press Officer - Brains in Italy
Doi originale: https://doi.org/10.1038/s41598-021-99301-0
Link diretto alla fonte: https://www.nature.com/articles/s41598-021-99301-0
Articolo Divulgativo in Inglese:
During the initial phase of the COVID-19 pandemic, scientists and experts formed a vast international community on the famous social network Twitter. It allowed to gather, exchange, and spread fast the information in a moment in which the knowledge about the new coronavirus was still poor and incomplete. However, when the pandemic started to spread dramatically, the focus moved on the single national contexts, altering the role and the activity of the international expert community that became more and more marginal. This picture comes from the analysis made by researchers from the University of Bologna (Italy) and the École Polytechnique Fédérale de Lausanne (Switzerland). The study used more than 350 million Tweets and re-Tweets posted by more than 26 million users between January and June 2020. "Our results suggest that an only-scientific-based confrontation risks lose its relevance when the health crisis starts to hit hard the society, thus encouraging debates linked to the single national context", professor Daniel Remondini explains. "For this reason, scientists and health institutions should maintain constant their online divulgation activity and recalibrate it, in order to spread scientific notions also into debates that take place among the single communities". By using artificial intelligence and network theory algorithms, researchers could automatically extract and catalogue the information carried by millions of analysed tweets, identifying the principal user communities involved in the discussion. In this way, it was possible to monitor the spreading of online content, the exchanges among different user groups, and the evolution of these communities in the various phases of the pandemic. When the first news about the coronavirus spreading started to emerge, Twitter rapidly became one of the principal data and information sources, thanks to the job of a "super-community" of experts who started to share the first emerging analyses and news. With constant updates, this international community initially received a lot of attention, starting to be also recognized by politics and media in many local contexts. From March 2020, when the pandemic started to hit worldwide with dramatic consequences, the attention to the international scientist and expert community started to drop, shifting the attention on local communities and authorities. "The international 'super-community' of experts started to lose its centrality and influence when the crisis started to hit the local contexts. It was due to the decreased intensity in sharing contents and the growing attention to political decisions and debates", Remondini confirms. "From that moment, political leaders and national élites started to receive more online attention until to conquest the role previously belonged to the scientist and medical community".