ELECTRIC SIGHT
POLI 3 ESILTIOFENE BRINGS NEW HOPE TO VISION MEDICINE
VISTA “SINTETICA”
IL POLI 3 ESILTIOFENE PER COMBATTERE PATOLOGIE VISIVE
Una delle branche tecnologiche che rappresentano l’evoluzione ed il futuro della Medicina è la nanotecnolgia. Essa si concentra sullo sviluppo di dispositivi dalle minuscole dimensioni (dell’ordine di nanometri) che possano fungere da strumenti utili per ripristinare certe condizioni fisiologiche nell’organismo.Chi ha impiegato la nanotecnologia in campo medico è Elisabetta Colombo dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) che coordina dall’Italia un progetto europeo, il quale coinvolge altri paesi tra cui Eindhoven e la Francia e mira alla progettazione di connessioni nanotecnologiche tra neuroni per ripristinare la vista in soggetti affetti da patologie visive. Nel dettaglio, il gruppo di ricerca si è concentrato nello studiare una particolare molecola, il poli 3-esiltiofene, che ha la capacità di condurre energia elettrica. Essa, infatti, viene già impiegata per la produzione di dispositivi elettronici organici che convertono i segnali luminosi in segnali elettrici. In tal senso, tali scienziati hanno pensato di sfruttare la capacità conduttiva della molecola per generare una comunicazione tra quei neuroni che mancano di connessioni (denominate sinapsi) in soggetti affetti da patologie visive come la retinite pigmentosa.
Queste malattie causano la perdita della vista dovuta ad una mancanza di comunicazione tra i neuroni del tessuto nervoso che ricopre la parete interna dell’occhio (chiamato retina) e le cellule che captano il segnale luminoso (denominate fotorecettori), le quali, in condizioni fisiologiche, hanno la funzione di trasmettere il segnale luminoso al nervo ottico attraverso le sinapsi che si instaurano con i neuroni della retina. Quindi, il poli 3-esiltiofene è stato inserito tra le cellule nervose, le quali continuavano a crescere, senza rigettare la molecola ‘’estranea’’: i neuroni con tale molecola, dopo stimolazione luminosa, sono stati in grado di generare una segnalazione elettrica, convertendo per l’appunto il segnale luminoso in segnale elettrico.
Pertanto, l’assenza di connessioni potrebbe essere colmata dall’impiego del poli 3-esiltiofene che stimolerebbe così la captazione dei segnali luminosi e di conseguenza permetterebbe con la sua azione di donare la vista a soggetti che da tempo desiderano guardare una luce.
Questo progetto europeo, con la collaborazione italiana, potrà davvero dare una luce, un colore a ciò che era solo una immaginazione.
Autore del post: Mariagiovanna Di Chiano, PhD Student
Istituto di appartenenza: Università degli Studi di Bari
Ruolo: Press Office
Doi originale: https://doi.org/10.3390/ma14164761
Link diretto alla fonte: https://www.mdpi.com/journal/materials
Articolo Divulgativo in Inglese: